giovedì 11 aprile 2013

L'Iconografia - seconda parte



Buongiorno sconosciuti amici di Laboratorio Oltremare!
Stamattina mi sono svegliata tutta contenta grazie all'entusiasmo di aver aperto questo blog...Spero che duri...mah...Va bene, non iniziamo subito con le perplessità e proseguiamo con la seconda parte del racconto. Dite la verità: stanotte non avete chiuso occhio per la curiosità di sapere come va avanti la mia storia! Eh sì, è proprio un argomento da perderci il sonno ;-)) Tranquilli, ora mi metto a scrivere.

Dal momento in cui subii la fascinazione delle icone pasarono ancora anni prima che mettessi da parte i dubbi e mi decidessi a prendere in mano il pennello per dipingerne una. In realtà, il dipinto fatto alla scuola di Restauro era così brutto che il solo guardarlo bloccava ogni mio entusiasmo e ogni mia volontà di praticare l'arte dell'Iconografia. Ma l'interesse era troppo forte e mi misi a studiare da autodidatta. Cosi un giorno, in segreto, perchè provavo una sorta di strano pudore a parlarne, andai a comprare due tavolette di legno e le preparai a gesso e colla, come avevo imparato a fare a scuola. Scelsi l'immagine di una Madonna della Tenerezza abbastanza semplice e iniziai a dipingere.
 Aiuto! Com'era difficile stendere i colori all'uovo! Gli strati si seccavano subito, non riuscivo a creare le giuste sfumature, se insistevo con il pennello in un punto, subito si creava un buco nella pellicola pittorica che poi non riuscivo a nascondere.
Osservavo desolata le immagini di meravigliose icone sui libri e su internet e mi chiedevo come ottenere quelle splendide sfumature e soprattutto la strordinaria luminosità dei volti.
Comunque, terminai la mia tavoletta e la regalai a mia madre che la apprezzò. Ma  io ero delusa.
Cercai in internet notizie relative a corsi di Iconografia, ma quelli che trovai erano troppo costosi o troppo lontani, decisamente non me li potevo permettere.
Nel frattempo era iniziato per me un periodaccio. Fui costretta a cambiare casa e il nuovo posto non mi piaceva. Persone a me care si erano allontanate, economicamente arrancavo; insomma, nulla sembrava andare per il verso giusto. Mi sentivo sola e malinconica. 

Nelle corrispondenze non ho mai creduto. Ho sempre pensato che se uno, ad un certo punto della vita, ha bisogno di una svolta o di un'indicazione del Destino, il segno  che tanto desidera vedere potrebbe apparire su una mattonella della cucina o su un sasso trovato per strada. Insomma uno le corrispondenze, le fortunate coincidenze, se le crea da solo e fa finta che sia opera del Fato o di Dio. Ecco, a me, in un solitario sabato pomeriggio d'autunno, successe una corrispondenza. Non so dire, però, se fui io a crearla inconsciamente; quello che è certo  fu che  la mostra di icone contemporanee che mi trovai a visitare, mentre passeggiavo svogliatamente, non fu un parto della mia mente. 
Le icone esposte erano bellissime, perfettamente eseguite dalle due signore sessantenni che chiacchieravano sommessamente al centro della sala. Decisi che era un'occasione da non perdere, mi avvicinai e timidamente chiesi loro se potevano insegnarmi.
Qualche mese dopo, entusiasta  e felice, iniziavo il mio primo vero corso di Iconografia.

Grazie a queste maestre, che non dimenticherò  mai, i segreti della tecnica dell'icona mi furono svelati e mi si aprì un mondo. Un mondo fatto di serietà, tanta passione, pazienza, concentrazione, studio e ricerca. Una di loro disse che chi inizia a dipingere icone poi difficilmente smette, continua per tutta la vita. 
Cominciai a lavorare tantissimo. Ogni sera tornavo a casa, cenavo e correvo nella mia stanzetta-laboratorio. Con la radio che mi faceva compagnia, sotto la luce bianca della lampada, disegnavo, doravo, preparavo le tinte e dipingevo, dipingevo, dipingevo!
 Così, in pochi mesi, affinai moltissimo la mia tecnica e una vecchia amica mi chiese di realizzare icone da regalare. Gettai via la timidezza e partecipai a qualche esposizione: le mie icone vennero apprezzate e qualcuna "trovò casa". 

Sono certa che in quel periodo, così brutto, l'incontro con le maestre e con altre persone appassionate di Iconografia fu vitale per me. Questa esperienza mi ha insegnato molto e mi ha portato a credere che proprio tutto quello che ci accade serve alla nostra crescita personale. Talvolta, un evento che noi consideriamo negativo, può essere la scintilla che innesca nuove possibilità, che ci fa scoprire talenti e capacità che non sapevamo di avere. Trovare la propria passione è forse la cosa più importante di tutte, perchè chi ha una passione, in qualche modo, si salva sempre.

A presto!


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