mercoledì 28 gennaio 2015

Restauro dell'icona delle Grandi Feste - la pulitura (con aneddoto finale)


Prosegue il mio restauro di questa bella ed interessante icona.
 Dopo aver consolidato per bene le scaglie di pellicola pittorica a rischio di caduta ed aver effettuato varie prove di pulitura, lunedì sono entrata nel vivo di questa delicata operazione.
Ma cosa intendiamo quando parliamo di pulitura di un dipinto?
La pulitura è un insieme di operazioni atte a rimuovere dalla superficie pittorica originale tutte quelle sostanze, depositate o sovrammesse in tempi successivi, che ne compromettono la leggibilità, l'originalità e in alcuni casi l'estetica. Generalmente su un'opera troviamo i seguenti tipi di deposito:
- sporco dovuto ad un insieme di polvere, fumo, cera di candele, escrementi di mosca,
- vecchie vernici ossidate,
- vecchi restauri, stuccature e ritocchi alterati dal tempo e spesso debordanti sulla superficie originale (come quello che si vede nella foto sopra).

La pulitura è un'operazione rischiosa e irreversibile. Infatti molti dipinti antichi (anche di notevole fama ed importanza) sono stati troppo puliti nel corso di restauri passati, soprattutto a causa di un uso smodato della soda caustica che è una sostanza basica molto aggressiva e lascia sui dipinti alcuni residui pericolosi perchè possono essere attivati, anche a distanza di tempo, in presenza di umidità.
Una pulitura così fatta può portare alla perdita delle velature originali effettuate dall'artista che, molto spesso, sono quelle che conferiscono  fascino al dipinto e profondità ai colori.
La pulitura dev'essere selettiva, il restauratore deve perciò avere la capacità di distinguere gli strati da rimuovere da quelli originali cosa che a volte, di fronte a tante stesure di vernice e ridipinture, non è semplice.


Madonna con Bambino, olio su tavola. part. pulitura, restaurato nel dicembre 2013

Tecnicamente la pulitura si esegue sfregando delicatamente la pellicola pittorica nel verso della pennellata (se visibile) con un tamponcino di cotone imbevuto nel solvente scelto ed applicato  su un bastoncino di legno o trattenuto da delle pinze; nell'altra mano è sempre bene tenere un altro bastoncino con cotone impregnato di un altro solvete atto a neutralizzare il primo. Si parte con solventi leggeri cercando man mano di capire come reagiscono gli strati pittorici.
Talvolta, per migliorarne l'azione, il solvente viene disperso in un gel creato con appossite sostanze; esso viene poi steso su piccole zone del dipinto da pulire, lasciato agire per un tempo variabile (vanno fatte delle prove), lavorato con un pennello, rimosso con cotone acsiutto ed infine va effettuato un lavaggio con altro solvente.

Altre sostanze, come ridipinture particolarmente coriacee o vecchie stuccature, richiedono invece una pulitura meccanica fatta tramite bisturi e lente d'ingrandimento. Anche qui il rischio di intaccare gli strati pittorici sottostanti è alto ma controllabile dalla mano del restauratore.

Pulitura meccanica di una ridipintura scurita dal tempo







Piccole icone nell'icona: ecco i riquadri raffiguranti le Feste, dopo la pulitura fatta lunedì.




La Natività di Gesù


Il Battesimo di Cristo








Trasfigurazione sul monte Tabor




















Parlando di puliture un po' troppo aggressive mi viene in mente un aneddoto raccontatomi recentemente da una conoscente pittrice e proprietaria di una piccola galleria d'arte.
Qualche mese fa un signore  va da lei con una vecchia tela comperata giorni prima in un mercatino dell'antiqauriato. Il signore la mostra alla pittrice e le dice che si tratta di un dipinto dei primi del Novecento appena comprato, una bella natura morta con fiori. La mia amica osserva  il quadro e si sforza di comprendere se l'uomo dica sul serio o la stia prendendo in giro: sulla tela scolorita e macchiata lei vede solo deboli residui di colore, fantasmi di quelli che dovrebbero essere fiori e frutti dipinti. Alle sue domande il signore risponde che sì, effettivamente ora non si vede più nulla, purtroppo, ma prima era una bella natura morta... Ma prima di cosa? Prima di mettere il quadro sotto il rubinetto della doccia e sfregarlo col sapone tentando di pulirlo!!! Ahimé si trattava di un dipinto a tempera( notoriamente sensibile all'acqua molto più del colore a olio) e in pochi minuti la delicata natura morta si era trasformata in liquido colorato ed era finita giù nello scarico della doccia, perduta per sempre.


Sperando di non avervi annoiato, vi saluto amici!

4 commenti:

  1. Cara Giorgia,
    altro che noia: questo è un post meraviglioso.
    Oltre alle cose tecniche, che per i profani sono informazioni affascinanti , ci si legge la passione, la competenza e l'emozione nel restituire l'aspetto originale, dov'è possibile, ad opere di valore artistico: c'è d tremare ad ogni mossa, per il rischio di compromettere il risultato.
    A proposito dell'aneddoto, anche i 14 quadri della Via Crucis della nostra chiesa parrocchiale hanno fatto la stessa fine della natura morta: lavati da solerti e, non è colpa loro, ignoranti mani devote, oggi sono lì, ombre spente per sempre, aihmè:)
    Fata Confetto

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    1. Che peccato per la vostra Via Crucis! Purtroppo i danni maggiori alle opere d'arte non vengono fatti dal tempo ma dai restauratori improvvisati :-(

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  2. Ciao mi chiedevo se sapevi quale era la vernice finale che davano sopra l'icona

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  3. Ciao mi chiedevo questi pittori di icone che vernice finale usavano?

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