Icona antica, tempera all'uovo e foglia d' argento meccato su tavola |
Cari amici come state?
Dalle mie parti è in corso il festival dell'influenza. Prima ho iniziato io, ma me la sono cavata in un fine settimana e quindi presumo che non fosse vera influenza; lo scorso week end è toccato alla cagnolina che ha avuto un brutto virus gastro-intestinale (poverina quanto è stata male!); ora è la volta del mio compagno che in questo momento è a letto mezzo morto con febbrone a 39. Di conseguenza non ho avuto molto tempo nè ispirazioni interessanti per aggiornare il blog.
Però ieri ho iniziato a lavorare sull' icona portatami da un signore poco prima di Natale.
Ve la voglio mostrare perchè è proprio bella e richiede un intervento accurato e delicato.
Penso si tratti di un'icona raffigurante le grandi Feste della Chiesa ortodossa. Di solito sono dodici e vengono rappresentate con dodici piccoli riquadri in cui sono dipinti i principali misteri della vita di Gesù e della Vergine. Tuttavia ho scoperto che ci sono icone raffiguranti anche le sedici o le ventinove feste. Nel nostro caso i riquadri sono sedici più altri riquadri più piccoli che rappresentano alcuni momenti della Passione di Cristo. Ai quattro angoli le piccole figure di uomini barbuti intenti a scrivere sono di certo gli evangelisti.
Pensate che i riquadri più piccolini misurano circa tre centimetri, le figurette dipinte all'interno sono fatte in punta di pennello, curate nei minimi particolari del viso, delle mani e delle vesti. Davvero ci si perde ad osservare tutti i dettagli.
Guardando la tavola a luce radente si vedono le linee di incisione sul gesso che l'iconografo ha eseguito con una sottile punta metallica per tutte le figure. Questo significa che prima ha disegnato tutto, poi ha inciso, qiundi ha eseguito la doratura, infine ha dipinto... Un lavoro lunghissimo!
L'icona presenta alcune cadute di colore concentrate soprattutto nella parte centrale; la più grave è costituita da questa grossa scaglia di preparazione staccatasi del tutto dal legno:
Fortunatamente il proprietario l'ha recuperata e quindi si può rimettere al suo posto.
Si rende necessaria un'accurata pulitura per togliere lo sporco accumulatosi negli anni, ridare vivacità ai colori e togliere il brutto strato di vernice dorata, steso in maniera assai grossolana, in un restauro di qualche decennio fa.
Nella foto sotto, all'interno del rettangolo, notate le tracce di vernice dorata spennellate qua e là.
Nella foto sopra: ancora vernice stesa a casaccio sulla figura di un evangelista; tassello di pulitura.
Nella parte inferiore il dipinto presenta tracce di un vecchio restauro, probabilmente dovrò rimuoverlo e rifarlo.
Inoltre il retro della tavola è stato attaccato dai tarli che hanno scavato numerose gallerie nel legno con conseguenti fori di sfarfallamento anche sul davanti.
Bene amici, tra qualche settimana vi mostrerò il restauro concluso.
A presto e buon sabato!
Giorgia
Giorgia, complimenti. Il tuo lavoro è davvero interessantissimo.
RispondiEliminaPensa, io ho solo un rimpianto nella mia vita, ma grosso. Alla fine delle superiori, quando c'è stato da decidere cosa fare dopo, qualcuno mi aveva parlato della Scuola di restauro di Villa Manin. Volevo iscrivermi e diventare restauratrice e contemporaneamente iscrivermi anche alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali ma qualcuno, ma poi, su consiglio dei genitori e di altri parenti, mi sono iscritta ad una facoltà che con me non aveva niente a che fare, pensa "Scienze Economiche e Bancarie". Ho dato solo due esami prima di rendermi conto che faceva schifo. A quel punto avrei dovuto fregarmene di tutto e andare alla scuola di restauro ma per non perdere i due esami dati, che erano Diritto Pubblico e Diritto Privato, mi sono iscritta a Giurisprudenza. Un errore tira l'altro e addio Villa Manin.
Ogni tanto ci penso. Giuro che lascerò che i miei figli facciano quello che desiderano, fosse anche il saltimbanco o l'annusatore di fiori!!!
Un bacio
Francesca
Carissima Francesca, in tutta sincerità ti dico che anch'io ho i miei rimpianti. Se avessi fatto... avrei potuto fare... invece di... eccetera. Pensieri che ogni tanto si fanno vivi e fanno stare un po' male.
EliminaIl restauratore è un lavoro interessante e particolare che deve piacere. Alla base ci dev'essere tanta passione perchè ti assicuro che in Italia oggi riuscire a campare facendo questa professione è un'impresa ardua. Personalmente faccio fatica e, come ho scritto altre volte, oltre al restauro devo fare altre cose per vivere. Molti ex compagni dell'Istituto di restauro sono nella stessa situazione: c'è chi ha mollato tutto ed ha preso in gestione una fioreria, chi ha aperto un bed and breakfast nella casa di campagna, chi gira l'Italia in cerca di lavoro in cantieri di restauro chiese o palazzi, chi si è messo a fare l'assicuratore... Insomma non è tutto oro quel che luccica! Quindi se parliamo di lavoro e guadagno la situazione è nera; se invece pensiamo ad altri aspetti non legati al vil denaro, come la conoscenza, la soddisfazione di contribuire a mantenere in vita un'opera d'arte, la pace e la calma meditativa che certe operazioni (come il ritocco pittorico) richiedono, allora il discorso è diverso e ti dico che se rinascessi rifarei la scuola di restauro; ma stavolta con più convinzione e, magari, subito dopo il diploma me ne andrei all'estero a fare il mio lavoro, oggi non lo posso più fare... Ecco, questo è uno dei miei rimpianti.
Un caro abbraccio
Giorgia
Lavoro certosino, ma alla fine di darà soddisfazione. Sono d'accordo con te in quello che scrivi sul post di sopra. Purtroppo non si vive di solo restauro e bisogna integrare facendo altri lavori. Aspetto di vedere l'icona finita.
RispondiEliminaUn abbraccio
Emy/http://unattimodime.blogspot.it/
Se ti va, passa a trovarmi nell'altro mio blog
Grazie del tuo commento Emyly! Adesso vado a fare un giretto nell'altro tuo blog.
EliminaA presto
Giorgia
Che bello! immagino che sia una grande soddisfazione Aiutare un'opera così bella a tornare a splendere...io me la immagino tutta acciaccata e tu sei il medico che la cura :)
RispondiEliminaDavvero interessante la spiegazione che fornisci.
Buon lavoro!
Un po' malconcio il tuo "paziente"! Lavoro impegnativo e affascinante il tuo.
RispondiEliminaciao
Paola
In effetti, Evelin e Paola, un restauratore rispettabile dovrebbe insossare un bel camice bianco simile a quello dei medici :-)
RispondiEliminaRicordo che all'Istituto si parlava con le mie compagne di aprire un laboratorio di restauro chiamato La Clinica dell'Arte, poi non se ne fece nulla, ma l'idea era carina.
Grazie dei vostri commenti, a presto.
Giorgia