mercoledì 25 marzo 2015

Restauro di un'icona contemporanea... una piccola felicità

La signora P. mi telefonò una quindicina di giorni fa per chiedermi se fosse possibile risarcire un pezzettino di doratura che si era staccato da un'icona a lei molto cara. Ci accordammo per vedere l'opera a casa sua il lunedì successivo. Era venerdì e stavo benissimo, il lunedì avevo la febbre e di nuovo l'influenza. Tre volte in due mesi! Pazienza: con una bella compressa di Tachipirina in corpo andai ugualmente all'appuntamento.

L'icona tornava dalla sua proprietaria dopo ben due anni durante i quali era stata in mano ad una conoscente per essere restaurata... in teoria, ma in pratica il lavoro non era stato fatto e l'opera era rimasta per tanti mesi tutta avvolta in una tela di cotone. Secondo quanto detto dalla signora P. si trattava di ricostruire un piccolo pezzetto di sfondo; ma quando cominciammo ad estrarre la tavola dal tessuto si palesò una brutta sorpresa. La pittura si presentava scrostata in più punti, compresi i volti della Vergine e del Bambino, e man mano che la mia cliente svolgeva il tessuto, tante piccole scaglie di pellicola pittorica  si staccavano con un sinistro  cric cric rimanendo appiccicate alla tela! Disperazione. L'icona era tornata a casa peggio di come era partita, altro che restauro! Oltretutto non era nemmeno un dipinto antico, di solito fragile e soggetto a cadute di colore, ma si trattava di un'opera contemporanea, ben fatta ed antichizzata tramite particolari procedimenti.

La signora era incredula e sgomenta: " Ma come!? Ma cosa è successo?!" ripeteva. Era difficile dare una spiegazione, non sapendo cosa effettivamente fosse stato fatto all'icona. Pensai che forse il tessuto di cotone in cui il dipinto era rimasto chiuso per tanti mesi avesse trasmesso umidità alla pittura rendendola fragile. In casi come questo sarebbe utile inoltre capire con quali materiali e sostanze è stata eseguita e trattata l'icona: spesso, in fatto di conservazione, i dipinti contemporanei danno molti più grattacapi rispetto a quelli antichi proprio per la scarsa qualità dei materiali con cui sono stati fatti.

Comunque la signora P. era rimasta molto male, mi disse che l'icona aveva un grande valore affettivo per lei e temeva che non si potesse far nulla per "curarla".

Angelo, part., prima del restauro
 Insomma, nei giorni successivi, mentre, costretta in casa, curavo me stessa dall'influenza, curavo anche l'icona.

Il tono dell'incarnato mi ha fatto un po' penare: troppo scuro, troppo chiaro, troppo spento, troppo acceso... Se non avessi avuto già la febbre  mi sarebbe venuta a causa della disperazione per ottenere questo tono di colore molto bello e luminoso che l'iconografo crea attraverso strati di velature.

Angelo, dopo il restauro




Prova e riprova, alla fine il risultato è stato abbastanza soddisfacente. Così ieri ho potuto riportare la preziosa icona alla legittima proprietaria.












Devo dire che spesso la reazione delle persone di fronte al risultato di un restauro è una delle parti più belle di questo lavoro. Quando ha visto l'icona "guarita" la signora P.  è stata così felice che le sono venute le lacrime agli occhi, ha ribadito che era un ricordo di una persona cara e che non sperava più di vederla tornare allo splendore di un tempo.  Anch'io vedendo la sua gioia mi sono emozionata. Mentre tornavo a casa mi sentivo leggera, mi pareva d'avere le ali ai piedi.






Magari nella vita si potesse sempre portare la felicità così, con un semplice colpo di pennello.

Manto della Vergine, prima
... dopo



giovedì 19 marzo 2015

Festa del Papà... Un ricordo

Settimo 19 marzo senza mio padre.
Mi piacerebbe parlargli ancora una volta, dirgli: "Ehi come stai? Sei felice?"... Raccontargli le tante cose accadute in questi sette anni, conoscere la sua opinione...

Il 19 marzo è per me una data intrisa di cupi ricordi.  Mi ricordo che telefonai per fargli gli auguri per la sua festa , ma mi dissero che si era sentito male e l'avevano portato al pronto soccorso. Poco meno di un mese dopo mi ritrovavo, incredula, a portare fiori sulla sua tomba.

Papà era un uomo semplice e concreto; gli piaceva lavorare duro, aveva grosse mani e muscoli d'acciaio. Però il suo cuore era tenero. Gli facevano pena tutti, uomini ed animali. Di fronte alla sofferenza di un essere vivente gli venivano gli occhi lucidi, si commuoveva.

Ricordo una volta, avevo nove o dieci anni, era una mattina d'estate, stavo fuori a giocare con i miei amichetti (in quegli anni si giocava ancora per le strade tutti insieme); ad un certo punto, un disgraziato in auto investì un gatto. Io andai a chiamare mio padre, lui venne subito a vedere il povero animale che era ancora vivo, seppur gravemente ferito.  Papà lo mise in una coperta e lo portò a casa, nel garage, che era la sua tana. Disinfettò le ferite, silenziosamente. Io guardavo il suo viso serio, sperando facesse un miracolo. Ma, nonostante io all'epoca lo credessi, mio padre non era nè un super eroe nè un santo e pochi minuti dopo lo sfortunato gatto morì.
Oggi ripensare a questo episodio mi commuove profondamente. Ricordare quei gesti di pietà verso una creatura agonizzante, che sarebbe rimasta per ore ignorata sul ciglio della strada se le grandi mani compassionevoli di papà non l'avessero presa e portata a morire in un luogo tranquillo, mi fanno capire che lì, in quel momento, mio padre mi ha insegnato tante cose preziose che oggi fanno parte di me.


Giorgia

venerdì 6 marzo 2015

Uscire dalla zona di comfort

Janet Leigh in una scena del film Psyco di A. Hitchcock
Avete mai sentito parlare della zona di comfort? Io ultimamente sento il bisogno impellente di uscire dalla mia, e sto lavorando per farcela; ma non è affatto facile.
La zona di comfort non è altro che quel rassicurante insieme di abitudini ed atteggiamenti che assumiamo e portiamo avanti per anni per sentirci sicuri e padroni della situazione. Variare queste abitudini ci fa entrare in ansia e quindi non lo facciamo per evitare il disagio. Tuttavia questo modo di vivere non ci permette di crescere e di fare esperienze nuove che potrebbero rivelarsi positive per noi.
Ho trovato uno schemino che rappresenta la zona di comfort : tre cerchi uno dentro l'altro, quello al centro simboleggia la zona in cui noi stiamo pacifici e beati come sotto ad una campana di vetro: rifiutiamo ciò che ci fa paura, facciamo sempre le stesse cose e non vogliamo metterci alla prova; il secondo rappresenta la fase in cui noi mettiamo la testolina fuori dalla zona di agio e facciamo esperienze nuove: è una fase caratterizzata dall'ansia di fallire ma anche dall'eccitazione, questa fase è importantissima perchè qui avviene il "salto" che ci fa crescere; il terzo cerchio rappresenta la zona in cui qualcosa va storto, l'ansia si tramuta in panico impedendoci di imparare.

Io sto cercando di uscire dalla mia zona di comfort superando la mia atavica paura di guidare l'auto da sola. Che ansia, amici! All'inizio è stato un vero disagio, fisico e psicologico : agitazione, tachicardia, persino incubi notturni! Ovviamente c'è stata la tentazione di lasciar perdere. Ma poi ho capito che il disagio fastidioso che provavo era un passaggio doloroso ma necessario. Mi trovavo, infatti, nel cerchio intermedio dello schemino descritto sopra, non dovevo passare a quello successivo dell'ansia incontrollata e non dovevo retrocedere di nuovo nella zona di comfort. Dovevo stare lì ed affrontare la paura.


Bene, la bella notizia è che agendo in questo modo, spinti da grande convinzione e determinazione, i risultati arrivano! Stamattina sono andata in giro in macchina a fare delle commissioni, tutta sola e senza ansia eccessiva!!! L'allenamento continuerà finchè un giorno mi ritroverò a pensare: ansia di guidare da sola? Che roba é?

E voi, amici, riuscite ad uscire dalla zona di comfort? Come affrontate paure sciocche ed immotivate come la mia?



Un caro saluto


Giorgia

lunedì 2 marzo 2015

Non sono quella che credete - TAG

Buon lunedì, amici!

Oggi mi è venuta voglia di scrivere un post particolare. L'idea è nata vedendo i video tag su Youtube. Per chi non lo sapesse, i video tag sono video in cui qualcuno (titolare di un canale) sceglie un argomento oppure prepara delle domande su un determinato tema e ne parla in un breve video, facendosi  così conoscere meglio dalle persone che seguono il suo canale, alla fine invita altri utenti di Youtube a fare la stessa cosa.
Ho pensato che sarebbe carino anche per il blog fare qualche post tag, anche se non tutti gli argomenti si prestano bene a venir descritti a parole anzichè con le immagini. Ma questo mi sembrava adatto anche al blog. Si tratta di dieci domande per conoscerci un po' di più.

Partiamo!

1) Quale sensazione pensi di dare ai lettori del tuo blog?
Sinceramente? Non ne ho idea.
Attraverso ciò che scrivo vorrei dare sensazioni di serenità ed intimità: come se invitassi i lettori uno per uno nel mio salottino e ci mettessimo a chiacchierare tranquillamente davanti ad una tazza di caffè accompagnata da un buon dolcetto fatto in casa. Per quanto possibile cerco di non scrivere post quando sono triste o arrabbiata (anche se a volte capita), mi sforzo di prendere  la quotidianità con leggerezza, ridendoci sopra, di trasmettere  ai lettori voglia di creare, passione per la pittura e la lettura, amore per la natura, attenzione per i piccoli momenti di felicità. Questo è quello che io mi sforzo di fare e vorrei che trasparisse da ciò che pubblico, ma non se ci riesco.



2) Chi pensi di essere? Descriviti.
 Sono una persona introversa e sensibile. In passato sono stata molto, molto timida ed emotiva; penso che queste due caratteristiche mi abbiano frenato parecchio, da molti punti di vista. Ho cercato di combatterle con l'indifferenza, tuttavia, negli ultimi anni, ho capito che non possiamo ignorare ciò che siamo, così ho cominciato ad accettarle e ad affrontarle con un pizzico di coraggio mettendomi alla prova. Per esempio fare mercatini non è affatto facile per una timidona capace di arrossire anche per un soffio di vento! Mi ritengo una persona leale, generosa, empatica, capace di ascoltare, sono una buona spalla su cui piangere. Ho un mio mondo interiore che fatico a condividere, ma che probabilmente traspare dai miei atteggiamenti. Qualcuno infatti mi ha detto che appaio "strana", altri mi hanno confessato di essersi fatti un'idea di me che non corrisponde per niente a quella reale: mi credevano una persona altezzosa e un po' snob. Me lo sono venuti a dire, io mi sono stupita moltissimo e ho apprezzato la sincerità. Sono un'anticonformista, spesso le convenzioni sociali mi stanno strette e mi appaiono assurde e soffocanti, cerco strade alternative e creative. Non sono facilmente influenzabile e, a volte, posso essere molto testarda. Per me i sentimenti sono importanti; come tutte le persone capaci di provare grande amore, sono capace di provare grande odio e un acuto risentimento verso chi mi ha danneggiato: in questo ambito della vita non mi piacciono le mezze misure, non mi convince il "ma sì, siamo tutti amici!", per me non si può essere amici di tutti e passare sopra alle peggiori nefandezze per opportunismo o semplicemente per noncuranza.
 Difetti? Beh, sono piuttosto permalosa.

3) Dicci qualcosa sul tuo carattere che nessuno sospetterebbe.
Sono moooooolto ma moooolto pigra. Invidio i gatti che passano l'ntera giornata accovacciati sul termosifone sotto la finestra.



4) Dicci qualcosa che ti piace fare e che sembrerebbe incredibile. 
 Mi piace stare sola con me stessa, anche per intere giornate: mi rilassa moltissimo.

5) Dicci qualcosa che non ti piace fare ma che nessuno si aspetterebbe.
Non mi piace uscire la sera per andare a cene, feste o altri eventi mondani. In generale detesto gironzolare con un bicchiere in mano in un locale pieno di gente che non conosco, pronunciando frasi di circostanza.

Opera di Toulouse-Lautrec


6) Dicci quali sono i tuoi valori
Lealtà, onestà intellettuale, rispetto.

7) Raccontaci la tua giornata ideale 
Le mie giornate ideali sono tante perchè mi piace fare molte cose e mi accontento di poco. Una potrebbe essere per esempio la giornata di ieri: una bella domenica soleggiata passata al mercatino di Mantova con le mie creazioni apprezzate ed acquistate da persone carine e gentili, circondata da  espositori simpatici. Al mattino, dopo aver montato il gazebo e prima di esporre i bijoux, una deliziosa colazione in uno dei baretti di Piazza Sordello e poi si comincia! A fine giornata, stanchi ma soddisfatti, ci si ferma fuori per una pizza e poi a nanna per una bella dormita ristoratrice. Un'altra giornata ideale potrebbe essere questa: estate, appartamentino con terrazza sul mare delle Cinque Terre, colazione all'aperto godendosi la brezza che spira dalla colline circostanti, passeggiata in uno di quei sentieri meravigliosi, al ritorno pranzo leggero e breve pennichella; nel pomeriggio si scende sugli scogli a prendere un po' di sole e a godersi il mare fino al tramonto; poi doccia e cena in un ristorantino in piazza, breve passeggiata ed infine addormentarsi ascoltando il rumore delle onde sulla scogliera.



8) Quale messaggio daresti a chi giudica solo dall'apparenza? 
Nessun messaggio perchè credo che la società di oggi sia totalmente fondata sull'apparenza. L'unico consiglio che posso dare è: leggete molti libri. 





9)Perchè hai aperto un blog? Quali sono le tue vere motivazioni?
Perchè volevo fortemente uno spazio mio e solo mio in cui nessuno potesse venire a mettere il becco. Per raccontare le cose che nella vita di tutti i giorni non si raccontano perchè non interessano a nessuno. Per non lasciar morire i miei interessi. Perchè mi piace scrivere.


10) Chi tagghi? Invita qualcuno a fare questo tag.
Taggo tutti quelli che hanno voglia di rispondere a queste semplici domande e raccontarsi un po'. Se non vi va di scrivere tanto potete rispondere alla domanda che vi piace di più nei commenti sotto il post. Dai! Scrivete, scrivete, scrivete!




Un abbraccio a tutti




Giorgia