sabato 13 aprile 2013

Stanchezza di primavera


Non so voi, ma io faccio fatica a fare quasi tutto. Non mi riferisco solo alle attività pratiche e quotidiane che, si sa, richiedono sforzo ed energia, sto parlando soprattutto dei rapporti umani.

Mia madre ripete spesso che negli anni cinquanta e sessanta la vita era molto diversa: più bella. Dice che le persone erano più felici perchè si accontentavano di poco. Io non c'ero, quindi non posso dire se queste affermazioni siano veritiere o se siano sfalsate dalla nube rosea dei ricordi e della giovinezza, ma probabilmente mia madre ha ragione. Oggi abbiamo un milione di possibilità in più, rispetto al passato, eppure  non ne abbiamo nessuna...Forse sono solo io a sentirmi così, in questa fase della mia vita... Non mi piace, non mi piace per niente.

Oggi è stata la prima giornata degna di potersi chiamare primaverile; dopo settimane di freddo e pioggia finalmente è uscito il sole e la temperatura ha superato i 20 gradi.
 Così nel pomeriggio ho fatto una passeggiata in centro e sono andata in libreria, dove ho comprato un interessante libro sul linguaggio delle icone. Poi ho visitato una mostra di abiti ed accessori femminili originali risalenti alla Belle Epoque, un periodo che mi affascina moltissimo. Gli abiti erano abbinati a splendidi dipinti ad olio di celebri pittori coevi che ritraevano meravigliose donne vestite con le medesime fogge. Ombrellini, cappelli elegantissimi, ventagli, impalpabili scialli, bustini e borsette minuscole, da questa mostra emerge una femminilità ricca di fascino ed eleganza. Mi sono incantata ad osservare alcuni abiti da sposa in pizzo francese, completamente ricamati a mano, indossati da nobildonne di cui è stato ricordato il nome e donati dagli eredi al museo. Uno di questi abiti, il più incantevole, portava nella parte inferiore della gonna, vicino all'orlo, ancora i segni grigi della strada polverosa in cui il prezioso pizzo era stato trascinato il giorno delle nozze. Questo particolare mi ha colpito molto, facendomi pensare alla giovane donna che lo indossò, alle sue emozioni vissute in quella giornata lontana, se ebbe un matrimonio felice oppure no, a come fu la sua vita...Forse anche lei trovava stancati i rapporti umani e magari, proprio quel giorno in cui indossò l'abito, era accaldata e stanca e non vedeva l'ora di togliersi di dosso tutto quel  pizzo francese. Poi tornata a casa, ripose il vestito nell'armadio e non lo toccò più. E l'orlo rimase sporco, per sempre.

Buonanotte



I dipinti pubblicati qui sotto sono di Federico Zandomeneghi, Angelo dall'Oca Bianca, Ettore Tito.














Nessun commento:

Posta un commento