Un altro dolce? No basta, siamo stufi!
Sì, sì, vi sento, cari amici. Ma stavolta quella che vi propongo è una torta salata. Si tratta di una ricetta veloce che vi salverà la cena in qualche occasione. Accompagnata ad una fresca insalata mista diventa un piatto appetitoso, ottimo per l'inverno.
Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
3-4 patate medio-grandi
1 confezione di stracchino, mozzarella o provola
1 rametto di rosmarino
2 cucchiai di pan grattato
Preparazione:
lavate e sbucciate le patate, tagliatele a fette dello spessore di circa mezzo cm e fatele sbollentare in acqua salata per 3-4 minuti. Scolatele e lasciatele intiepidire. Adagiate la pasta sfoglia in una teglia e distribuite le patate su tutta la superficie; aggiungete lo stracchino (la torta è buona anche senza, oppure con un altro formaggio). Quindi insaporite con abbondante rosmarino e cospargete di pan grattato. Infornate a 180 gradi per circa 20-30 minuti.
Servitela calda... è buonissima!
Lunedì avevo il pomeriggio libero, quindi ne ho approfittato per fare l'albero di Natale. Quest'anno ho messo gli addobbi prima del solito perchè sono alla ricerca di un'atmosfera natalizia che, sinceramente, ho difficoltà a trovare fuori dalle mura accoglienti di casa mia.
Guardate, non è bello?
Non scriverò il solito pistolotto sulla perdita di significato del Natale, sulla corsa ai regali, sul consumismo, eccetera. Si sa, lo sappiamo tutti, che ormai la nostra esistenza quotidiana è governata dall'economia e da brutture di ogni genere, e sarebbe bellissimo riuscire a disintossicarsi da tutto ciò.
Sapete, ho notato che certa gente è proprio "brutta". Non sto parlando dell'aspetto fisico, ma degli atteggiamenti, dei modi di fare. Ecco un esempio di quella che io considero una "bruttura".
Il 24 dicembre scorso il mio compagno ed io, felici per le imminenti vacanze di Natale e animati da spirito festoso, andammo alla bottega all'angolo per fare gli auguri alle due titolari (se volete conoscerle, leggete questo
post ). Alle nostre frasi d'augurio le due bottegaie, così tradizionaliste, super cattoliche, credenti e praticanti, risposero con una sconcertante indifferenza che raggiunse picchi ridicoli quando una di loro non trovò di meglio che informarci che gli addetti alla raccolta della spazzatura non sarebbero passati fino al 27 dicembre, e quindi non dovevamo assolutamente depositare accanto al negozio il sacchetto del rifuto secco prima della suddetta data. Ammutoliti da un atteggiamento che avrebbe smorzato lo spirito natalizio di Babbo Natale in persona, io ed il mio compagno girammo i tacchi e ce ne andammo, un po' imbarazzati.
Come avevo anticipato qui sul blog, sabato 29 ho partecipato ad un mercatino sotto il loggiato del palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra a Verona. Si trattava di un evento benefico per cui noi espositori avevamo versato una quota; era prevista un'asta di beneficienza, un aperitivo musicale, la mostra di una fotografa conosciuta e la presenza dei policiti, di tanti visitatori, e il solito grande entusiasmo da parte di noi espositori. Bene, questa foto testimonia l'affluenza media durante l'intera giornata:
Il Deserto dei Tartari ci fa un baffo!
Per quanto riguarda l'asta benefica, io suppongo sia stata frequentata dall' Uomo invisibile, perchè non ho visto nè politici nè altre persone interessate. E la mostra di fotografia? Una decina di visitatori che probabilmente erano amici e parenti dell'artista.
E anche qui niente atmosfera natalizia. I pochi visitatori erano annoiati e taciturni; si avvicinavano alle bancarelle leccando svogliatamente il gelato o messaggiando, con il naso perennemente incollato allo schermo dell'iphone.
Per fortuna ho avuto l'idea previdente di portarmi un lavoro all'uncinetto appena iniziato; la mia intenzione era quella di lavorare nei tempi morti. Ma qui è stato un mortorio da mattina a sera, tanto che alla fine ho fatto mezza sciarpa!
Ve bene, oggi sono polemica...
So che l'atmosfera natalizia che intendo io non la troverò mai più.
Sto parlando di quell'emozione, quel senso di meraviglia e di gioiosa impazienza che si prova quando si è piccini. Sarebbe bello riuscire a metterne da parte un pizzico da usare, ogni tanto, quando si diventa adulti.
Ho letto un bel post di
Francesca-appassionarsi.blogspot sulla bellezza misteriosa della nebbia che mi ha riportato alla memoria il periodo precedente il Natale di tanti anni fa.
Ricordo alcuni pomeriggi freddi e nebbiosi in cui la mamma accompagnava me e mia sorella dal cartolaio a comprare qualche nuovo addobbo per l'albero o un paio di pecorelle per il presepe.
Dal cartolaio si potevano trovare le matite ed i quaderni per la scuola, ma anche i giocattoli e le decorazioni natalizie. Era un negozio piccolo, pieno di cose, situato in un vecchio edificio vagamente Liberty, che nonostante le crepe sui muri e l'intonaco scrostato, conservava una discreta eleganza. Quel negozio mi sembrava magico. Dopo le compere tornavamo a casa camminando nelle strade buie e piene di nebbia. Facevamo un albero piccolo, perchè anche la casa dove stavamo lo era. Ricordo le palline di tessuto colorato: rosa, blu, verde; e le lucine che erano molto delicate: quando una si bruciava anche tutte le altre smettevano di funzionare. Poi mangiavamo la minestra o il risotto con il formaggino: erano i piatti del freddo, così caldi e confortevoli per lo stomaco e lo spirito. Infine noi bambine andavamo a dormire. Com'era bello stare sotto le coperte ad aspettare il sonno fissando la fiamma della stufa che stava nel corridoio buio, ascoltando il sibilo del fuoco, fino a quando le palpebre appesantite cedevano al sonno e si chiudevano, spalancando la porta dei sogni.
Negli anni successivi il cartolaio si trasferì altrove, l'edificio fu ristrutturato e divenne la sede di una banca.
Fine della magia.
A presto!
Giorgia