venerdì 13 settembre 2013

Sèraphine

Ieri sera ho visto Sèraphine, un film del regista Martin Provost, che mi ha emozionato profondamente. Da tempo non mi accadeva di rimanere così colpita e commossa davanti ad un film, inoltre mi ha permesso di scoprire la pittura di un'artista che non conoscevo.

La pellicola racconta la storia vera della pittrice Sèraphine de Senlis (il cui vero cognome era Louis), un'umile e taciturna donna delle pulizie che di giorno lavorava duramente al servizio dell'indifferente e agiata borghesia della provincia francese di inizio Novecento, e di notte, in segreto, dipingeva fantastiche composizioni di fiori e frutti nella sua misera stanza in affitto, con colori che fabbricava lei stessa.

Sèraphine non ha ambizioni, non sa nemmeno di possedere un talento, anzi, forse se ne vergogna; dipinge spinta da un impulso irrefrenabile che lei, nella sua semplicità, spiega come l'obbedienza ad un ordine ricevuto da un angelo o dalla Vergine Maria, mentre si trovava a pregare in chiesa. Sèraphine, infatti è molto credente ed ha passato la sua giovinezza a lavorare come domestica in un convento di suore.

Il destino vuole che si trovi a servizio nella casa in cui, nel 1915, arriva come nuovo inquilino il critico d'arte e gallerista tedesco Wilhelm Uhde e che egli veda casualmente un piccolo dipinto di Sèraphine raffigurante delle mele e se ne innamori, decidendo immediatamente di acquistarlo. Un incredibile colpo di fortuna e una speranza per Sèraphine! Purtroppo scoppia la guerra, Uhde è un nemico ed è costretto a fuggire. La pittrice passa anni difficili e solitari, quasi in miseria, nella sua stanzetta sempre più invasa dai quadri che lei continua incessantemente a dipingere. L'unica sua consolazione è il contatto con la natura: Sèraphine è una donna selvatica, vaga da sola per la bellissima campagna francese, fa il bagno nel fiume in cui raccoglie l'argilla per fare i suoi colori e, nella contemplazione dei maestosi alberi, si rigenera e trova la pace. Tutto questo è raccontato nel film attraverso scene che io ho trovato poetiche e bellissime.
Yolande Moreau è  davvero eccezionale nell'interpretazione di Sèraphine, commuove ed emoziona dall'inizio alla fine.


Dopo la guerra Uhde torna in Francia  e ritrova Sèraphine, invecchiata ed indebolita dalle privazioni e dal duro lavoro. Rimane molto colpito dall'evoluzione della sua pittura, compra i suoi quadri e programma addirittura un'esposizione a Parigi, le passa un assegno mensile in modo che lei non debba più fare la serva ma possa dedicarsi totalmente all'arte. Per la seconda volta sembra che i problemi della pittrice siano finiti, invece la sorte si accanisce ancora contro di lei. Dopo qualche tempo, infatti, Sèraphine comincia a dare segni di squilibrio mentale, finchè nel 1929 viene ricoverata in manicomio, dove morirà in una notte d'inverno del 1942, senza aver più toccato i pennelli: "la pittura è scomparsa nella notte" aveva detto ad uno psichiatra, durante un colloquio. Sola e dimenticata verrà sepolta in una fossa comune.

Solo Uhde non la scorderà mai. Fino alla sua morte egli continuerà caparbiamente ad organizzare esposizioni per far conoscere l'opera di questa sfortunata artista. Grazie a lui, oggi i dipinti di Sèraphine de Senlis si trovano nei musei di tutta Europa.



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