Qualche giorno fa, in mezzo ai libri, ho ritrovato tre vecchissimi quaderni di scuola. Non si tratta di quaderni qualsiasi tra i tanti usati durante gli anni della scuola, ma dei primi tre quadernini sui quali ho incominciato a scrivere in prima elementare. Che strana sensazione rivedere i coloratissimi scarabocchi che facevo quando ero una bimbetta di sei anni...
Ho trovato questo disegnino che rappresenta una Santa Lucia bionda, tutta sghemba, con le braccia che sembrano stecchi, il viso sorridente senza occhi, vestita di un luminoso abito lungo color oro, molto impegnata a sistemare i giochi da consegnare durante la notte ai bambini bravi.
|
Le frolline di Santa Lucia, dolcetto tipico di questo periodo |
Nella mia zona Santa Lucia è una ricorrenza molto sentita nelle famiglie.
Quando ero piccola, a casa mia, era attesa più del Natale, perchè non erano Babbo Natale o Gesù Bambino a portarci i doni, ma la misteriosa Santa siciliana che, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, attaccava al suo fido Asinello un carrettino di legno colmo di giocattoli e dolciumi e, insieme al Gastaldo, il suo aiutante con il tabarro nero e il cappello in testa, partiva per il suo viaggio fatato, visitando silenziosamente ogni casa in cui viveva un bimbo bravo ed obbediente.
Era necessario prepararsi alla notte del 13: bisognva dar retta ai genitori, comportarsi bene a scuola ed evitare di fare capricci, soprattutto dopo il tramonto! Infatti nelle sere precedenti la fantastica notte, Santa Lucia passeggiava per le strade nebbiose fermandosi di tanto in tanto sotto le finestre illuminate delle case per ascoltare le voci dei bambini. Se udiva capricci o rimproveri, lanciava immediatamente nella stanza alcuni pezzi di carbone, se, al contrario, il comportamento tenuto dai bimbi era di suo gradimento, ecco arrivare da chissà dove una manciata di caramelle! Ricordo che con mia sorella fissavamo attentamente il soffitto o il muro per cercare di individuare il magico buco che si apriva e si richiudeva in un lampo per far passare i dolcetti .
Santa Lucia si annunciava suonando una trombetta dorata o facendo tintinnare un campanello di cristallo. E non bisognva sfidarla, scherzare con lei o - peggio del peggio! - spiarla mentre entrava in casa, perchè poteva accecarti lanciandoti la sabbia negli occhi! Infatti Santa Lucia era molto amata da noi bambini, ma anche temuta. Non era una giocherellona ridanciana come, che so, Babbo Natale, eh no! Santa Lucia era una santa, in fin dei conti si trattava dello spirito di una fanciulla morta in modo orribile secoli prima, stiamo parlando di un vero e proprio fantasma, non c'era molto da scherzare!
Giunti infine alla fatidica notte, bisognava sforzarsi di andare a letto presto, cosa molto difficile, visto l'entusiasmo e la grande attesa per l'avvenimento imminente. Prima, però, era d'obbligo disporre su un tavolino delle cibarie per rifocillare i prodigiosi personaggi; così preparavamo il latte e qualche biscotto per la Santa, il fieno o una carota per l'Asinello e un bicchiere di vino per il Gastaldo.
Fatto questo, correvamo sotto le coperte, stando bene attenti a tenere gli occhi chiusi per paura della sabbia; anche nel caso avessimo udito qualche misterioso rumore in casa, dovevamo rimanere a letto, fermi e zitti, altrimenti Santa Lucia si sarebbe arrabbiata e, invece dei doni, ci avrebbe fatto trovare un misero sacco pieno di carbone.
La mattina seguente, l'incantesimo si era compiuto. Ci alzavamo prestissimo con il cuore in gola per l'emozione e correvamo a vedere se Santa Lucia aveva visitato la nostra casa.
E da voi, si festeggiava Santa Lucia?