giovedì 20 ottobre 2016

Colori di ottobre, fantasticherie e riflessioni sulle amicizie finite




Anche oggi la giornata è grigia. Un pioggerellina intermittente scende dal cielo ad inumidire la terra e a far marcire le foglie morte che già hanno cominciato a staccarsi dai rami.
Ma, nonostante il grigiore, in questi giorni l'autunno inizia a sfoggiare la sua livrea colorata, perciò mi piace portare la macchina fotografica quando esco, anche solo per fare delle banali commissioni, e fotografare qualche scorcio di natura, magari celato da un vecchio cancello, qui in città.




Mi accorgo che sto perdendo gli amici per strada.
Se dieci anni fa condividevamo tante cose, oggi abbiamo idee diverse su tutto o quasi. E io li sopporto a  fatica.
Come mai? Sono io ad essere cambiata, sono io che sto facendo emergere piano piano la vera me stessa. Ma anche la vita che ho scelto è differente dalla quella che hanno scelto loro: niente matrimonio, niente figli, niente lavoro stabile, niente eterno cordone ombelicale con i genitori sgancia-soldi; così è naturale che si arrivi a non avere più nulla da dirsi. Forse finirò a vivere come un'eremita nei boschi, e a ben guardare, questa era una mia antica aspirazione di bambina. La casetta di legno nel bosco.


Alle scuole elementari facevamo un'attività che si chiamava psicomotricità. Era la maestra Franca, carina e gentile, la ricordo ancora,  a condurre questo corso che si teneva un giorno la settimana, e a me piaceva molto perché, al contrario dell'educazione fisica (che odiavo) qui non c'erano giochi di squadra che potessero scatenare la competizione o definire chi fosse il più bravo a fare un esercizio; no, qui si lasciava correre la fantasia e si poteva sognare. Una volta la maestra Franca spense le luci e ci disse di chiudere gli occhi e immaginare di essere in un luogo dove stavamo bene. Nella mia mente prese forma l'immagine di una piccola casa fatta di legno, solitaria presenza in un bosco, di notte. Mi vedevo in una deliziosa cameretta, con un letto accogliente e sul comodino una candela accesa in una bugia di ceramica celeste. Non so capirne il motivo, ma questa rêverie mi diede un piacere immenso, a distanza di molti anni lo ricordo ancora.



Tornando alle amicizie,  ho l'impressione che non sia del tutto colpa mia: qualcuno di questi amici si è rincitrullito a forza di postare ridicole foto di se stesso su facebook e di fare shopping la domenica, nei centri commerciali.

Ho messo qualche pianta fiorita resistente al freddo sul terrazzo. È bello affacciarsi e vedere i colori, anche d'inverno.




Mi sono arrivati ieri, tramite corriere, due libri di Pia Pera. Ho iniziato la lettura de Al giardino ancora non l'ho detto, con un certo magone. Mi sta piacendo molto. Quando l'avrò terminato ne scriverò sul blog, per voi.



Per oggi è tutto, un caro saluto!

G.



8 commenti:

  1. Che fascino che conserva un vecchio cancello ricco di ricordi, di mani che lo hanno afferrato ... chissà quanti autunni ha 'vissuto' !

    Grazie per un altro post che accende la fantasia e scalda il cuore

    Xx Dany

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    1. Sì, Daniela, il fascino delle cose vecchie per me è irresistibile, mi fa sognare.
      Un caro saluto.

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  2. Si cambia Giorgia, si cambia con il tempo e cambia il mondo intorno a te, ma questo è normale e giusto!
    Si trova la propria strada e molte cose e persone restano inevitabilmente indietro. Ma ci saranno altre cose e nuovi amici. Lascia andare senza rimpianti ciò che non ha più nulla da dirti e percorribile con gioia la strada che hai scelto. Ti sono vicina
    Francesca
    P.s. non riesco a cambiare account ma sono Francesca di Appassionarsi!!!!

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    1. Ti avevo riconosciuta ;-)
      A volte si cerca di restare tenacemente aggrappati al passato della propria vita, a ciò che si è stati a 20 o 30 anni, ma è sbagliato. Hai ragione, Francesca. Non bisogna intristirsi perché certe persone non hanno più nulla da dirci. Noi siamo viaggiatori in cammino verso la nostra vera essenza ed è normale che lungo la strada qualcuno o qualcosa resti indietro.
      Grazie per le tue parole, mi hanno dato gioia.
      Un abbraccio!

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  3. Uno percorre la sua strada, è normale che si lascino alle spalle situazioni e persone, un po' come accade quando in casa decidiamo di fare le grandi pulizie. Lasciamo andare ciò che non ha valore, ci portiamo dietro quello che davvero conta ed andiamo incontro al nuovo che farà parte della nostra vita.
    Emanuela

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    1. Hai ragione, cara Emanuela, ma a volte io faccio fatica a buttare anche gli oggetti che non mi servono più in casa, figuriamoci le amicizie!Ci rimugino sopra, mi chiedo come mai non ci capiamo più. Ma è normale: ognuno segue la sua strada, non posso aspettarmi che gli altri seguano la mia.
      Grazie, un caro abbraccio.

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  4. io ho lasciato andare molte amicizie, nella vita e, dall'alto dei miei quasi cinquant'anni, posso dire che c'è un tempo per tutto, perché quelle importanti rimangono, e nel corso del cammino se ne incontrano altre, che si scelgono più simili e come siamo diventati...però ti capisco, e capisco anche la tua voglia di solitudine e le tue malinconie: credo siano tipiche di un animo sensibile e artistico, che vede il mondo in maniera più profonda e cerca, intorno a sé, bellezza e poesia

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    1. Spero anch'io di trovare nuove amicizie più simili alla Giorgia di oggi. Grazie del tuo bel commento, cara Laura.
      A presto!

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