mercoledì 3 dicembre 2014

Torta rustica di patate e... l'atmosfera natalizia che non c'è

Un altro dolce? No basta, siamo stufi!
Sì, sì,  vi sento, cari amici. Ma stavolta quella che vi propongo è una torta salata. Si tratta di una ricetta veloce che vi salverà la cena in qualche occasione. Accompagnata ad una fresca insalata mista diventa un piatto appetitoso, ottimo per l'inverno.

Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
3-4 patate medio-grandi
1 confezione di stracchino, mozzarella o provola
1 rametto di rosmarino
2 cucchiai di pan grattato
Preparazione:
lavate e sbucciate le patate, tagliatele a fette dello spessore di circa mezzo cm e fatele sbollentare in acqua salata per 3-4 minuti. Scolatele e lasciatele intiepidire. Adagiate la pasta sfoglia in una teglia e distribuite le patate su tutta la superficie; aggiungete lo stracchino (la torta è buona anche senza, oppure con un altro formaggio). Quindi insaporite con abbondante rosmarino e cospargete di pan grattato. Infornate a 180 gradi per circa 20-30 minuti.

Servitela calda... è buonissima!

Lunedì avevo il pomeriggio libero, quindi ne ho approfittato per fare l'albero di Natale. Quest'anno ho messo gli addobbi prima del solito perchè sono alla ricerca di un'atmosfera natalizia che, sinceramente, ho difficoltà a trovare fuori dalle mura accoglienti di casa mia.

Guardate, non è bello?


Non scriverò il solito pistolotto sulla perdita di significato del Natale, sulla corsa ai regali, sul consumismo, eccetera. Si sa, lo sappiamo tutti, che ormai la nostra esistenza quotidiana è governata dall'economia e da brutture di ogni genere, e sarebbe bellissimo riuscire a disintossicarsi da tutto ciò.

Sapete, ho notato che certa gente è proprio "brutta". Non sto parlando dell'aspetto fisico, ma degli atteggiamenti, dei modi di fare. Ecco un esempio di quella che io considero una "bruttura".
 Il 24 dicembre scorso il mio compagno ed io, felici per le imminenti vacanze di Natale e animati da spirito festoso, andammo alla bottega all'angolo per fare gli auguri alle due titolari (se volete conoscerle, leggete questo post ). Alle nostre frasi d'augurio le due bottegaie, così tradizionaliste,  super cattoliche, credenti e praticanti, risposero con una sconcertante indifferenza che raggiunse picchi ridicoli quando una di loro non trovò di meglio che informarci che gli addetti alla raccolta della spazzatura non sarebbero passati fino al 27 dicembre, e quindi non dovevamo assolutamente depositare accanto al negozio il sacchetto del rifuto secco prima della suddetta data. Ammutoliti da un atteggiamento che avrebbe smorzato lo spirito natalizio di Babbo Natale in persona, io ed il mio compagno girammo i tacchi e ce ne andammo, un po' imbarazzati.

Come avevo anticipato qui sul blog, sabato  29 ho partecipato ad un mercatino sotto il loggiato del palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra a Verona. Si trattava di un evento benefico per cui noi espositori avevamo versato una quota; era prevista un'asta di beneficienza, un aperitivo musicale, la mostra di una fotografa conosciuta e la presenza dei policiti, di tanti visitatori, e il solito grande entusiasmo da parte di noi espositori. Bene, questa  foto testimonia l'affluenza media durante l'intera giornata:


Il Deserto dei Tartari ci fa un baffo!
Per quanto riguarda l'asta benefica, io suppongo sia stata frequentata dall' Uomo invisibile, perchè non ho visto nè politici nè altre persone interessate. E la mostra di fotografia? Una decina di visitatori che probabilmente erano amici e parenti dell'artista.
E anche qui niente atmosfera natalizia. I pochi visitatori erano annoiati e taciturni; si avvicinavano alle bancarelle leccando svogliatamente il gelato o messaggiando, con il naso perennemente incollato allo schermo dell'iphone.





Per fortuna ho avuto l'idea previdente di portarmi un lavoro all'uncinetto appena iniziato; la mia intenzione era quella di lavorare nei tempi morti. Ma qui è stato un mortorio da mattina a sera, tanto che alla fine ho fatto mezza sciarpa!


Ve bene, oggi sono polemica...



So che l'atmosfera natalizia che intendo io non la troverò mai più.

Sto parlando di quell'emozione, quel senso di meraviglia e di gioiosa impazienza che si prova quando si è piccini. Sarebbe bello riuscire a metterne da parte un pizzico da usare, ogni tanto, quando si diventa adulti.

Ho letto un bel post di Francesca-appassionarsi.blogspot sulla bellezza misteriosa della nebbia che mi ha riportato alla memoria il periodo precedente il Natale di tanti anni fa.

 Ricordo alcuni pomeriggi freddi e nebbiosi in cui la mamma accompagnava me e mia sorella dal cartolaio a comprare qualche nuovo addobbo per l'albero o un paio di pecorelle per il presepe.
 Dal cartolaio si potevano trovare le matite ed i quaderni per la scuola, ma anche i giocattoli e le decorazioni natalizie. Era un negozio piccolo, pieno di cose, situato in un vecchio edificio vagamente Liberty, che nonostante le crepe sui muri e l'intonaco scrostato, conservava una discreta eleganza. Quel negozio mi sembrava magico. Dopo le compere tornavamo a casa camminando nelle strade buie e piene di nebbia. Facevamo un albero piccolo, perchè anche la casa dove stavamo lo era. Ricordo le palline di tessuto colorato: rosa, blu, verde; e le lucine che erano molto delicate: quando una si bruciava anche tutte le altre smettevano di funzionare. Poi mangiavamo la minestra o il risotto con il formaggino: erano i piatti del freddo, così caldi e confortevoli per lo stomaco e lo spirito. Infine noi bambine andavamo a dormire. Com'era bello stare sotto le coperte ad aspettare il sonno fissando la fiamma della stufa che stava nel corridoio buio, ascoltando il sibilo del fuoco, fino a quando le palpebre appesantite cedevano al sonno  e si chiudevano, spalancando la porta dei sogni.
Negli anni successivi il cartolaio si trasferì altrove, l'edificio fu ristrutturato e divenne la sede di una banca.
 Fine della magia.





 A presto!


Giorgia

8 commenti:

  1. Spirito natalizio? Dovremmo segnalarne la scomparsa a "Chi l'ha visto?".
    Se ripenso ai miei Natali di bambina: la città piena di luci e di vita, le strade chiassose di gente, forse effimere compere (noi facevamo regali a tutti tutti tutti, avevamo una lista che non finiva più), la casa piena di candele e l'albero con le candele vere che accendavamo solo in rare occassioni per restare in estatica contemplazione delle sua bellezza. Gli addobbi austriaci ereditati dalla nonna viennese, le campanelle, i colori.
    Passeggio per la città la sera e quello che vedo è solo qualche isterica lucetta azzurra (che mi fa pensare al freddo solo a guardarla), qualche stitico alberello con due o tre fiocchetti di carta plasticata e... nient'altro!!!
    Non dico che il Natale dovrebbe essere quello della mia infanzia (luci, spese e regali a non finire) ma un minimo di gioiosità, di colore e di calore... un minimo!!!
    L'8 faremo l'albero e addobberemo la casa. Il calore ormai dobbiamo cercarlo dentro di noi.
    Ti abbraccio
    Francesca
    P.S. Mi fa piacere che il mio post ti abbia evocato ricordi bellissimi!!!

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    1. Anch'io ho tanta nostalgia dei miei Natali di bambina. Però mi chiedo: forse la nuvola rosa dei ricordi d'infanzia rende bello anche ciò che non lo era? Oppure era davvero tanto diverso? Certamente oggi io vedo persone imbruttite ed inacidite; girò in città e vedo scene che mettono tristezza.
      Hai ragione: lo spirito natalizio dobbiamo cercarlo dentro di noi.
      Un caro abbraccio!
      Giorgia

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    2. Certamente noi eravamo diverse e quindi, come tutti i bambini, ci sembravano bellissime cose che magari adesso non troveremmo così eccelse!!! Forse quello che viene chiamato "Spirito Natalizia" è la magia dell'infanzia, la capacità di esaltarsi di fronte ad un albero addobbato, ad un regalino incartato da vivaci colori... Non so, sono anni che spero di ritrovarlo, ma forse è qualcosa che abbiamo perduto per sempre. Dobbiamo solo cercare di ricrearla per il cuore bambino dei nostri figli e nipoti... per coloro che adesso sono bambini e fra molti anni possano dire: Ah... che nostalgia i miei Natali di bambina!!!
      Un bacio
      Francesca

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  2. Ciao Giorgia! Ho letto tutto d'un fiato i tuoi post che avevo in arretrato. Bellissimo il cappottino rosa...neanche Roger ama indossarlo (ovviamente il suo è celeste e... l'ho comprato fatto!) ma poi si abitua e forse si rende conto che con il POPPOTTO si sta meglio! Spero che indossarlo nei giorni più freddi lo mantenga più sano! Per quanto riguarda il Natale vedo che siamo in tante a pensarla così! Io non credo si tratti di nostalgia dell'infanzia o di epoca del consumismo, credo che l'unico problema, o per lo meno questo è il mio, sia la mancanza di tempo! Per sei anni ho lavorato alla reception di un albergo quindi lavoravo per tutte le feste, quando gli ospiti erano allegri, liberi e in vacanza! E' stato da li che ho cominciato ad avere in antipatia le feste...adesso lavoro in un negozio, ogni anno fino alle 20 della vigilia di Natale....non riesco a organizzare un bel cenone o un bel pranzo, a fare dei dolci (dovrei farli nel giorno libero che magari è troppo lontano dal 25), a godermi la casa, a guardare un bel film, ecc. Io vorrei più tempo per Natale...ed è per quello che ormai ci facciamo gli auguri in modo frettoloso (qui in Veneto conosco diverse persone fissate con i giorni di ritiro dei rifiuti!). Ma non mi lamento troppo, finchè avrò un pomeriggio per respirare il Natale nella tua bella città! Non manco mai! Baci Giorgia e buon Avvento! Valentina

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  3. Che bellissimo post! E come non condividere le tue riflessioni? Io credo (rifacendomi anche ai commenti tra te e Francesca) che il problema non sia solo il fatto che non siamo più bambine... certamente non ritroveremo più la magia dell'infanzia, quella è andata perduta e forse è anche giusto che certe sensazioni magiche restino a caratterizzare un'età magica come è quella infantine... però il calore, la sicurezza, un pò di calma in più per dedicarci ai nostri cari, l'idea che comunque vada siamo tutti su questa terra per fare del nostro meglio insieme alle persone che ci circondano...ecco, questi sono sentimenti e ragionamenti che potrebbero (e forse dovrebbero) albergare in noi in occasione del Natale. E invece? Corriamo, corriamo, corriamo: siamo tutti di corsa e spesso in ansia. Io mi accorgo che perfino le occasioni belle natalizie (pranzi, cene, piccoli regalini, ma anche solo la possibilità di concedersi un pomeriggio per bere con calma una cioccolata calda e leggere un libro) vanno ad incastrarsi in una maratona impossibile e che mi fa perdere il fiato... non è più un ritmo di vita a misura d'uomo. Lo spirito del Natale non riesce certo a sopravvivere in un'eterna corsa contro il tempo...e per cosa poi? Dobbiamo cercare, tutti, di ritrovare un pò di spirito natalizio dentro di noi... imponendoci anche di sottrarci, non appena possibile, ai ritmi frenetici lavorativi per dedicarci di più a noi e alle persone che ci circondano (amici, parenti ma anche sconosciuti che incontri in strada). Se lo facessimo tutti, credo che Natale tornerebbe ad essere un pochino più Natale...

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  4. Grazie per i vostri commenti, care amiche. Un abbraccio a tutte!

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  5. Che buona quella torta! Non ho potuto fare a meno di provare una super fame :D

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    1. Sì Valentina, è buona, facile da preparare... e poi, mentre cuoce, fa un profumino!
      A presto
      Giorgia

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