venerdì 30 maggio 2014

Tess dei d'Urberville di Thomas Hardy

Opera di John William Waterhouse, Borea, 1903
Ho appena concluso la lettura di  Tess dei d'Urberville, un romanzo che entrerà certamente a far parte della lista dei miei "Libri memorabili" perchè mi ha affascinato ed emozionato molto.

Vi dico subito che questo libro non piacerà a tutti.  
Tess è infatti una storia triste e priva di speranza, in cui nessuna entità  divina accorre pietosamente a prestare soccorso alla sfortunata protagonista e nessun lieto fine giunge al termine delle quasi 450 pagine a sollevare il morale del lettore.

Il romanzo venne pubblicato nel 1891 e fu accolto da grande successo ma anche da un alone di scandalo causato dagli argomenti trattatati.
La protagonista è Tess, un'adolescente, figlia di contadini, dotata di rara bellezza  e  sensibiltà, costretta a lasciare la scuola e con essa il suo progetto di diventare maestra, a causa delle condizioni disagiate della famiglia, diretta da un padre amante del bere e da una madre ingenua e sempliciotta. Convinti di essere i discendenti di una nobile famiglia estinta, i d'Urberville, saranno proprio gli incauti genitori a spingere Tess verso uno sfortunato destino. Indurranno, infatti, la figlia a recarsi presso la tenuta di alcuni presunti parenti ricchi aventi lo stesso cognome, per reclamare una non ben definita eredità. In questa casa l'inesperta Tess conoscerà il giovane Alec, figlio della padrona, che tenterà di persuadere la ragazza a diventare la sua amante, più volte fermamente respinto, finirà per abusare di lei una notte, nel bosco.
La traumatica esperienza lascerà un segno indelebile nella vita della fanciulla, infatti nove mesi dopo partorirà un bambino che morirà in tenera età.
Condannata dall'opinine comune del piccolo villaggio come "donna perduta", la coraggiosa Tess rialzerà il capo e andrà a lavorare in una fattoria lontana dove nessuno è a conoscenza della sua storia. Qui rinascerà e troverà l'amore di un giovane uomo colto e ricco di ideali. Ma il passato ritorna e la delusione è ancora più cocente se causata da una persona amata. La nostra Tess si ritrova ancora una volta sola, costretta a lavorare duramente e a contare solo sulla propria  insopprimibile forza d'animo, fino al tragico epilogo.

Tess è un personaggio stupendo, nella cui personalità ho trovato qualcosa di profondamente mio; un personaggio evidentemente  amatissimo anche dal suo creatore, che ce lo descrive dotato di mille sfaccettature e presentato in mille pose : delicato e forte, umile e fiero, timido e temerario:
"i grandi occhi teneri nè neri nè azzurri nè grigi nè violetti, ma composti di tutti questi colori insieme e di cento altri che potevano distinguersi... tinta su tinta, intorno a pupille senza fondo."
"La sua figura appariva straordinariamente alta e imponente, in piedi, nella bianca camicia da notte, con una grossa treccia di capelli neri che le scendeva sulle spalle sino alla vita. La tenue luminosità della fioca candela toglieva alle sue forme e ai suoi lineamente le lievi imperfezioni che la luce del sole poteva aver rivelate: i graffi delle stoppie sui polsi, la stanchezza negli occhi. Quel sublime entusiasmo aveva il potere di trasfigurare quel viso che era stato la sua rovina e che si mostrava d'una incontaminata bellezza con un leggero tocco di dignità, quasi regale."
Ma le descrizioni più belle sono quelle riguardanti la natura e la campagna inglese. Pagine splendide ci fanno immaginare lo scorrere imperturbabile delle stagioni, con la freschezza della primavera, quando gli uccelli nascono nei nidi, che accompagna Tess verso la sua nuova vita alla fattoria, la calura immobile ed ipnotica dei meriggi estivi, l'alba lattiginosa e umida con gli uccelli acquatici che si alzano in volo nella pallida foschia verso un'atmosfera più luminosa, che fanno da cornice alle passeggiate della ragazza in compagnia del suo innamorato, nel momento in cui ci si trova "ancora in quel terreno controverso tra la simpatia e l'amore, dove nulla era stato ancora approfondito", e nel tragico e triste inverno in cui Tess rimane sola e priva di mezzi, ecco il gelo e la neve, "quando strani uccelli provenienti da oltre il Polo Nord cominciarono silenziosamente ad arrivare sull'altipiano... magre e spettrali creature dagli occhi tragici".

Che dire, infine, riguardo a ciò che mi ha lasciato questa lettura? Be', non è cosa semplice. Soprattutto perchè ciascuno di noi trova in un' opera d'arte qualcosa di diverso, come ho scritto sopra, qualcosa che può appartenere profondamente alla persona che legge, ma che, nello stesso tempo, può essere di tutti. E qui stanno la bellezza e la forza della letteratura e dell'arte in generale.
Personalmente questo romanzo mi ha arricchita moltissimo, non solo per la grandezza della scrittura di Hardy e per la complessità dei personaggi, ma anche per il messaggio che ho recepito.

La povera Tess paga per colpe che non sono sue, è una vittima dell'uomo e della morale comune. Thomas Hardy si scaglia contro la meschinità e i pregiudizi, contro l'inutilità delle religioni che innalzano aridi altari a divinità sconosciute, mentre costruiscono crudeli steccati attorno alle persone, esaltando principi generali ed ignorando i casi particolari, calpestando la tenera umanità insita in ciascuno di noi.


Giorgia

4 commenti:

  1. Ciao Giorgia, grazie per questa bella recensione. Non l'ho ancora letto pur avendolo acquistato tempo fa al mercatino di Soave (ricordo sempre dove compro i libri usati!). Mi aveva incuriosito perché una splendida rosa di David Austin si chiama proprio Tess of the d'Urbervilles, però se è così triste...non so quando arriverà il suo momento! Bella anche Borea, una ragazza del mio paese l'ha scelta come immagine del profilo del suo blog: il taccuino delle voci! Un abbraccio e buon fine settimana

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    1. Ciao Valentina! Beh un personaggio femminile bello come Tess non poteva che meritarsi una rosa come omaggio. Sì, il libro è triste. Nelle ultime pagine l'Autore si diverte crudelmente a far sperare il lettore in un lieto fine, e invece...zac! arriva la mazzata conclusiva che ti lascia con una stretta al cuore. Per leggerlo devi aspettare il momento giusto e sentirti ispirata.
      Buon fine settimana!

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  2. La tua recensione mi ha incuriosito, il libro è disponibile nella mia biblioteca, per il momento non lo posso leggere perché ho appena iniziato un altro romanzo. Come ha accennato Valentina (che ringrazio e saluto) ho scelto il dipinto la Borea per il mio profilo prima di aprire il blog: mi piaceva il movimento creato dall’artista. Ci sono altri dipinti di Waterhouse dello stesso genere, come “fiori portati dal vento”: sono utilizzati per le copertine di svariati romanzi. Ciao

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    1. Anche a me piace moltissimo questo dipinto, hai fatto bene a sceglierlo per il tuo profilo.
      Grazie della visita, ciao!

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