venerdì 18 luglio 2025

Nuvole


 Oggi pomeriggio avrei dovuto occuparmi di alcune faccende burocratiche molto noiose e poi portarmi avanti con il lavoro ma l'unica cosa che avevo voglia di fare era guardare le nuvole. Così mi sono distesa sulla sdraio nel mio terrazzino e ho osservato il passaggio delle nuvole bianche nel cielo. Non ricordo l'ultima volta in cui l'ho fatto, forse da bambina. Oggi suona quasi come uno scandalo sprecare un pomeriggio a guardare le nuvole, stare così senza concludere niente, come fanno i gatti, ma a volte è l'unica cosa saggia da fare.

lunedì 7 luglio 2025

Un anno è passato

 



Cara Mira,

è trascorso un anno da quando te ne sei andata lasciandomi orfana. Mi mancano tante cose della nosta vita insieme: il tuo sguardo intelligente che non mi mollava mai, la certezza di trovarti dietro la porta al mio rientro, le infinite passeggiate a sei zampe in tanti luoghi diversi, le escursioni nei boschi autunnali e silenziosi, tu e io, in solitudine. Soprattutto mi manca la tua presenza calda e rassicurante, la tua anima saggia di antico nume tutelare.

 Un po' di tempo dopo la tua morte, ho fatto un sogno che ancora ricordo con nitidezza: mi trovavo in una foresta e osservavo le radici di un grande albero che affondavano nel terreno. Poco a poco da quelle radici vedevo nascere un piccolo animale. Aguzzando la vista mi accorgevo che si trattava di un cane: eri tu in miniatura. Proprio tu, con il tuo manto nero e lucido, quasi blu, il muso allungato, la bella coda frangiata. Osservai incantata la trasformazione che avvenne in pochi minuti: le tue dimensioni divennero quelle originali del cane che ho sempre conosciuto. Avevi notato la mia presenza, ma non ti avvicinasti. Davanti a noi c'era una radura, tu cominciasti a correre in cerchio nel mezzo: eri flessuosa e felice, con il manto nero ondulato, lo sguardo vigile e gioioso. Ti osservavo piena di meraviglia mentre correvi come nei tuoi anni migliori, disegnando un cerchio perfetto. Mi svegliai all'improvviso con una sensazione mista tra delusione e gioia. Era l'alba e tu, forse, eri venuta a dirmi che il ciclo della tua incarnazione era compiuto: avevi lasciato il dolore fisico ed eri rinata in una nuova forma.
 



 



giovedì 19 giugno 2025

Ecco l'estate



 

Giugno è arrivato con tre giornate di afa degna dei peggiori giorni di luglio. L'altro ieri intorno alle 17 il termometro è salito a 36 gradi. Io stavo per terminare una delle tanto odiate domeniche di lavoro che spesso mi tocca fare e mi sentivo  a pezzi per la stanchezza e la cappa di umidità bollente. Lunedì un temporale incattivito dall'afa ha spazzato via il caldo e  purtroppo anche alcuni alberi che sono crollati sotto le raffiche di vento.

Martedì mi sono svegliata sotto un cielo lattiginoso. Il terreno ancora bagnato cosparso di foglie verdi e rami caduti, l'aria è fresca: la giornata ideale per passeggiare in città con Barbara che deve arrivare in treno da Venezia. Alle 9.30 vado a prenderla in stazione. Ha voglia di camminare, Barbara, ed è un fiume in piena: problemi di cuore, si deve sfogare. Arriviamo a piedi in centro. Nel frattempo le nuvole hanno lasciato il posto a un cielo azzurro abbagliante, limpidissimo. Dopo i temporali  l'Adige è scuro, ingrossato, trascina detriti vegetali e pezzi di legno. Il Ponte Pietra con il Teatro Romano adagiato sulla collinetta alle sue spalle è uno spettacolo incantevole sotto il cielo azzurro intenso. Ci fermiamo ad ammirare tanta bellezza. Decidiamo di fare una sosta per la colazione in una pasticceria. Sono quasi le 11, il calore del sole si è fatto  intenso. 

Il centro brulica di turisti col viso arrossato: aspettano il trenino che li porta a visitare i principali monumenti della città. Oggi c'è pure il passaggio della Mille Miglia, la storica manifestazione automobilistica. Transenne, motori rombanti: la confusione è totale. In questo periodo dell'anno non amo frequentare la città per il caldo e la presenza massiccia e ingombrante delle comitive di turisti.

Ci fermiamo a pranzo in un'osteria. Barbara ammira un anello che idosso: è un regalo di quasi 20 anni fa, ma il piccolo negozio dove fu comprato esiste ancora. Decidiamo di andarci. 

Alle 3 del pomeriggio il sole picchia inesorabile, lungo la strada troviamo aperto il piccolo oratorio di San Zenetto. Si dice che qui San Zeno, il patrono della città, venisse a pregare. All'interno è conservato un grosso sasso, molto antico, sul quale il Santo si sedeva a pescare nelle acque dell'Adige che scorre a pochi passi dalla chiesetta. Un uomo dalla vita semplice, pescatore di pesci e di anime. 

 

L'interno dell'oratorio è semibuio e deserto. Dall'esterno giungono ovattati i rombi dei motori dei partecipanti alla Mille Miglia.  Ci sediamo in un banco, il vecchio legno scricchiola. Barbara mi racconta un sogno significativo fatto qualche mese fa. E' un momento molto bello e intimo, misterioso.

Dopo la sosta in chiesa, andiamo al negozio che si trova in fondo alla strada. Si chiama Nel giardino di Cri e da anni è uno dei miai negozi più amati. La proprietaria ci accoglie con la sua simpatica cagnolina Trilly di 11 anni che si butta a pancia all'aria per ricevere le coccole. La signora ricorda bene il mio anello, ma dice che ora non ne fanno più, con delusione di Barbara, che però nota in una vetrinetta un altro monile di suo gusto: un anello a fascia decorato con fiori in smalto. Decide immediatamente che dev'essere suo. Desidera un ricordo di questa giornata di fine primavera passata a zonzo per Verona, un po' per consolare il dispiacere del cuore, un po' per concedersi una minuscola vacanza.

Sono le 17 quando la riaccompagno in stazione, sul binario 8 c'è già il Regionale per Venezia. Barbara sale, si sente un po' triste, come sempre succede alla fine di una bella gita. Con il pacchettino contentente il suo anello tra le mani mi manda un bacio. Le porte scorrevoli si chiudono, il treno si muove.

Io esco dalla stazione, stanca ma con l'animo leggero. Il sole è ancora alto nel cielo: in questa stagione le giornate sono lunghissime. Si avvicina il giorno di San Giovanni, bisognerà fare l'acqua magica con le erbe dei campi, come tutti gli anni. 

 

G.