Giugno è arrivato con tre giornate di afa degna dei peggiori giorni di luglio. L'altro ieri intorno alle 17 il termometro è salito a 36 gradi. Io stavo per terminare una delle tanto odiate domeniche di lavoro che spesso mi tocca fare e mi sentivo a pezzi per la stanchezza e la cappa di umidità bollente. Lunedì un temporale incattivito dall'afa ha spazzato via il caldo e purtroppo anche alcuni alberi che sono crollati sotto le raffiche di vento.
Martedì mi sono svegliata sotto un cielo lattiginoso. Il terreno ancora bagnato cosparso di foglie verdi e rami caduti, l'aria è fresca: la giornata ideale per passeggiare in città con Barbara che deve arrivare in treno da Venezia. Alle 9.30 vado a prenderla in stazione. Ha voglia di camminare, Barbara, ed è un fiume in piena: problemi di cuore, si deve sfogare. Arriviamo a piedi in centro. Nel frattempo le nuvole hanno lasciato il posto a un cielo azzurro abbagliante, limpidissimo. Dopo i temporali l'Adige è scuro, ingrossato, trascina detriti vegetali e pezzi di legno. Il Ponte Pietra con il Teatro Romano adagiato sulla collinetta alle sue spalle è uno spettacolo incantevole sotto il cielo azzurro intenso. Ci fermiamo ad ammirare tanta bellezza. Decidiamo di fare una sosta per la colazione in una pasticceria. Sono quasi le 11, il calore del sole si è fatto intenso.
Il centro brulica di turisti col viso arrossato: aspettano il trenino che li porta a visitare i principali monumenti della città. Oggi c'è pure il passaggio della Mille Miglia, la storica manifestazione automobilistica. Transenne, motori rombanti: la confusione è totale. In questo periodo dell'anno non amo frequentare la città per il caldo e la presenza massiccia e ingombrante delle comitive di turisti.
Ci fermiamo a pranzo in un'osteria. Barbara ammira un anello che idosso: è un regalo di quasi 20 anni fa, ma il piccolo negozio dove fu comprato esiste ancora. Decidiamo di andarci.
Alle 3 del pomeriggio il sole picchia inesorabile, lungo la strada troviamo aperto il piccolo oratorio di San Zenetto. Si dice che qui San Zeno, il patrono della città, venisse a pregare. All'interno è conservato un grosso sasso, molto antico, sul quale il Santo si sedeva a pescare nelle acque dell'Adige che scorre a pochi passi dalla chiesetta. Un uomo dalla vita semplice, pescatore di pesci e di anime.
L'interno dell'oratorio è semibuio e deserto. Dall'esterno giungono ovattati i rombi dei motori dei partecipanti alla Mille Miglia. Ci sediamo in un banco, il vecchio legno scricchiola. Barbara mi racconta un sogno significativo fatto qualche mese fa. E' un momento molto bello e intimo, misterioso.
Dopo la sosta in chiesa, andiamo al negozio che si trova in fondo alla strada. Si chiama Nel giardino di Cri e da anni è uno dei miai negozi più amati. La proprietaria ci accoglie con la sua simpatica cagnolina Trilly di 11 anni che si butta a pancia all'aria per ricevere le coccole. La signora ricorda bene il mio anello, ma dice che ora non ne fanno più, con delusione di Barbara, che però nota in una vetrinetta un altro monile di suo gusto: un anello a fascia decorato con fiori in smalto. Decide immediatamente che dev'essere suo. Desidera un ricordo di questa giornata di fine primavera passata a zonzo per Verona, un po' per consolare il dispiacere del cuore, un po' per concedersi una minuscola vacanza.
Sono le 17 quando la riaccompagno in stazione, sul binario 8 c'è già il Regionale per Venezia. Barbara sale, si sente un po' triste, come sempre succede alla fine di una bella gita. Con il pacchettino contentente il suo anello tra le mani mi manda un bacio. Le porte scorrevoli si chiudono, il treno si muove.
Io esco dalla stazione, stanca ma con l'animo leggero. Il sole è ancora alto nel cielo: in questa stagione le giornate sono lunghissime. Si avvicina il giorno di San Giovanni, bisognerà fare l'acqua magica con le erbe dei campi, come tutti gli anni.
G.
Nessun commento:
Posta un commento